mercoledì 24 dicembre 2014

lunedì 22 dicembre 2014

Secondo e Terzo Anno.

Tre anni. Tre anni difficili. Abbiamo affrontato difficoltà enormi in questi tre anni
Abbiamo affrontato un primo anno in cui la prematurità si è fatta sentire
come irrequitezza, bisogno enorme di conferme, notti insonni sempre.
Noi abbiamo messo tutto il nostro impegno psico-fisico ma abbiamo spesso raggiunto
livelli di stanchezza che non credevo esistessero.
Nel secondo anno è arrivata l'oppositività dura (che ancora riemerge con una certa frequenza)
e la ricerca estenuante di una dialettica.
Con il secondo anno è iniziato anche un profondo lavoro interno
da parte nostra. Il secondo anno richiama per qualche motivo l'adolescenza
(autonomia, primi passi, ...) e ci ha costretti a rivedere quello che è stata la nostra adolescenza:
curare i fallimenti dell'adolescenza è un lavoro profondissimo a cui i bimbi ci
hanno costretto e ci costringono tutt'ora.
Il terzo anno dei bimbi è stato ancora un anno di fatica e dolore.
L'asilo nido (di mattina) è stato un impegno grande per i bimbi:
da un lato il nido li ha fatti aprire verso il mondo, dall'altro ha richiesto
loro uno sforzo enorme le cui conseguenze hanno poi costantemente riversato su di noi.
Il terzo anno è stato anche l'anno del mio tumore
che ha complicato tutto oltremisura e mi ha costretto ad affrontare
il passato ancora più a fondo.

Eppure. Eppure qualcosa abbiamo fatto.
Abbiamo lottato sempre per proteggere una ricerca
che tendesse a dare spazio alla realtà interna dei bimbi,
al loro linguaggio fatto di posture, corpo ed immagini.
Abbiamo lottato per fare un lavoro che cercasse una risposta di contenuto umano
da dare ai bambini. Piuttosto che dare una risposta solamente materiale e perciò anafettiva.

Adesso. Dopo tre anni di fatica estrema ci sembra di cominciare a vedere
che qualcosa abbiamo fatto. Qualcosa abbiamo protetto.
E forse non abbiamo fallito.

Forse abbiamo protetto il contenuto umano, l'identità, la vitalità, lo spessore
dei bambini. E ci sembra di cogliere tutto ciò nei loro gesti, pensieri, movimenti e parole.

Io e Maria Carla siamo matematici di formazione
ma forse teniamo più agli aspetti umani che a quelli logici.
Così facciamo anche in classe quando insegniamo a scuola
e la cosa bella e strana e che poi questo fa si che ai ragazzi
piaccia la matematica.



ciao,
guzman.



mercoledì 17 dicembre 2014

Ritmi.

Tum Tum, Tatatà.

Luca ha imparato a fare questo ritmo battendo le mani.
Lo ha imparato all'asilo. E' un bell'asilo, c'è un bel clima disteso.
Vorrei pensare che parte della sua voglia di conoscere e imparare
viene dal nostro aver protetto e stimolato le sue possibilità.
Luca ama i libri e vuole sempre che qualcuno gliene legga tanti.

Linda invece disegna sempre meglio e nel disegnare sfrutta una complessità
e varietà di idee e strutture che mi lascia affascinato.
Linda ama le filastrocche, le storie ed suoi "bambini" (i bambolotti).
A Linda piacciono le cose da femmine: collane, smalti, braccialetti, ...
Linda ha una particolare sensibilità per il contenuto umano degli altri.
"Perché quel signore è arrabbiato?", "Perché quella mamma è brutta?" mi chiede.

Mi tocca nel profondo l'affettività che mettono in ogni gesto, in ogni azione,
in ogni decisione. Mi fa sentire di dover far tanto per loro.
Mi fa sentire che sono ancora tanti e grandi i passi che devo fare
per essere abbastanza sano da non sciupare il loro contenuto umano.
Per essere abbastanza sano da opporre rifiuti puliti quando sono necessari.
_______

E' stato un periodo impegnativo per noi.
Siamo al lavoro tutti e due ed i bimbi vanno all'asilo solo di mattina.
Insegniamo in una scuola per nulla facile ed usciamo stanchi dal lavoro.
La sera, dopo aver giocato tutto il pomeriggio con i bambini e dopo averli messi a letto,
ci troviamo alle 10 o alle 11 a dover preparare ore di lezione per il giorno dopo.
Andiamo a letto tardi ed i bambini ci svegliano ancora molte volte nella nottata
per il latte. La sveglia del mattino arriva come una mazzata.
Però i bambini stanno bene e questo ci aiuta a sforzarci
in attesa di ritmi meno estenuanti.
Stiamo anche provando a preparare le lezioni il pomeriggio
mentre i bimbi giocano da soli ma non sempre è facile.

Si tratta di tenere.
Lo sapevo a priori che si trattava di tenere.
Non fare vuoti. Non credere al vuoto.
Perché "arriva l'inverno, il lavoro importante, per dare a tutti un'altra estate".

Ritrovare i propri spazi, i propri ritmi, i propri tempi.
Dopo due anni con due bimbi piccoli
ed un anno con due bimbi piccoli ed un tumore da affrontare,
tutto è da reinventare adesso e spesso non viene facile.

Ma Linda cresce e racconta del suo interesse per gli altri.
Linda cresce ed è esigente, estremamente esigente, perché così è per natura e vissuto,
perché così l'ho voluta lasciar essere io.

E Luca cresce e racconta dei suoi interessi,
della sua libertà, dei suoi pensieri.
E' vitale Luca e così lo abbiamo lasciato essere.

Ed allora, forse, il vuoto passa perché non può esistere.
Il ricordo dei propri fallimenti umani lascia spazio
alla memoria dei bambini che eravamo
ed alla forza che avevamo nel far passato il passato
per affrontare con affetto il presente.
Perché annullare il qui e l'ora è la pulsione più distruttiva
per la mente dei bambini che si possa avere.

______________________

Libertà.




Teatro.

Spazi.


foto fatta da Linda
Disegni.

Usando solo i disegni più interessanti di Novembre, abbiamo tappezzato una grande parete,
eccone una piccola parte:




Arrampicate.



Altre foto di Ottobre.
Altre foto di Dicembre.
[varie foto sono state fatte da Linda].

ciao,
guzman.